Itinerari tra l'Oltrepò Pavese e il Piacentino
- Fabio
- 5 mar
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 12 mar
Una giornata in alta collina tra Borghi, Santuari, Laghi e Big Bench.

Da Casteggio al Santuario di Montelungo passando per Ruino e il Lago di Trebecco, tra verdi colline e una natura ancora a riposo per la stagione invernale.
Il racconto
Vi voglio raccontare in questo articolo uno degli itinerari che si snoda tra l'Oltrepò Pavese e il Piacentino che può essere percorso in ogni stagione: meglio sicuramente in primavera quando la natura rinasce con i suoi colori o in autunno durante il periodo del foliage, ma in inverno vi regalerà uno spettacolo che non mi è capitato di vedere quasi mai, ossia il lago di Trebecco stracolmo di acqua che vi darà l'impressione di passeggiare ai bordi di un lago alpino in alta quota.

Iniziamo il nostro itinerario ai piedi della Pianura Padana ed esattamente da Casteggio dove vi propongo una prima deviazione alla Big Bench "Farfalla" la numero 163. La troviamo poco dopo il paese dirigendoci verso Montalto, imboccando la strada sulla destra prima di iniziare la salita. La panchina, di un colore viola acceso è adagiata tra le viti proprio sulle prime colline e ha una bella vista sulla pianura. Scendendo per la stessa strada e salendo verso Montalto Pavese poco dopo Calvignano incontriamo la seconda panchina, la numero 149 di colore rosso rivolta verso l'interno con vista in questo caso verso le vette più alte dell'Oltrepò.

Ritornati a Calvignano ci lanciamo in ripida discesa verso la Val Schizzola attraversando la Tenuta Travaglino e svoltando all'incrocio a sinistra. Da qui in lenta salita raggiungiamo prima il Carmine e dopo una tappa alla Big Bench numero 279 di Colli Verdi, visibile dalla strada, raggiungiamo Ruino. Situato a circa 650 metri di altitudine, è uno dei centri abitati più elevati della provincia di Pavia e dalla sua sommità regala panorami spettacolari sulle colline dell'Appennino lombardo e sul sottostante Lago di Trebecco.

Ruino ha origini antiche, probabilmente risalenti al Medioevo, quando la zona era sotto il controllo di diversi signori feudali. Per secoli è stato un punto strategico tra la Lombardia e l'Emilia-Romagna, grazie alla sua posizione lungo i percorsi che collegavano la pianura Padana con il mare. Oggi il borgo conserva un'atmosfera tranquilla, con le sue stradine in pietra, le case rustiche e un paesaggio dominato da vigneti e boschi. Sulla sommità del borgo svetta la Chiesa Parrocchiale di San Giorgio, uno dei principali edifici storici del paese, e nel borgo è possibile ancora vedere il castello del quale oggi rimangono solo alcune rovine, ma un tempo era una fortificazione importante per il controllo del territorio.

Proseguiamo ora oltre il paese in discesa e in pochi minuti raggiungiamo la meta più lontana dell'itinerario, il Lago di Trebecco e la diga del Molato. Sulla diga, una stele in bronzo racconta la storia di questa opera gigantesca: "Negli anni venti del secolo che volge al termine venne eretta questa diga per dare sicurezza alle genti di valle e perchè le acque del Tidone provvidamente regolate alimentassero le opere dell'uomo. Alle soglie del terzo millennio si volle donare nuova vita alla diga affinchè potesse ancora consentire il suo apporto fecondo"

Il lago, che mi è sempre capitato di vedere quasi completamente asciutto, è in questo periodo grazie alle abbondanti piogge stracolmo di acqua, regalandoci quindi un magnifico panorama montano. E' possibile lasciare l'auto nei pressi della diga o poco prima vicino al ristorante Quattro Venti, attraversare la diga a piedi, e costeggiare con una bellissima passeggiata panoramica il lago lungo un tratto del Sentiero del Tidone.

Il sentiero, lungo 69 chilometri, fiancheggia il torrente Tidone in tutta la sua lunghezza, dalla pianura nei pressi del Po fino alle zone di alta montagna alla sua sorgente. Percorrerlo interamente vi permetterà di scoprire l'incredibile bellezza paesaggistica e la varietà della natura, lo potrete fare a piedi, in bicicletta o a cavallo in un viaggio tra natura e storia lungo le vie dell'acqua. Volendo con una breve deviazione dall'itinerario è possibile raggiungere altre due Big Bench, la numero 170 di Romagnese con bella veduta sulla vetta del Monte Penice, e la numero 263 di Zavattarello rivolta verso il Castello Dal Verme.

Noi invece, imboccando la provinciale 201 prima e la 203 dopo nei pressi del Carmine, raggiungiamo il Santuario di Montelungo, un luogo molto suggestivo, sia per il suo valore storico, sia per il contesto naturale in cui è immerso. Si trova nella frazione di Montelungo nel comune di Borgo Priolo, le sue origini risalgono al XVII secolo e sono legate a un evento miracoloso. Secondo la tradizione, la Vergine Maria sarebbe apparsa a una pastorella, lasciando un segno che spinse la comunità locale a edificare un luogo di culto. Nel corso dei secoli, il santuario divenne meta di pellegrinaggi, soprattutto in occasione delle festività mariane. La sua architettura è semplice e raccolta, tipica dei santuari di campagna con all'interno affreschi e decorazioni che raccontano episodi legati alla devozione mariana.
Proseguendo in discesa verso Casteggio per la stessa strada, raggiungiamo l'ultima tappa di questo itinerario: la Big Bench di Borgo Priolo, la numero 301. La panchina si trova nella tenuta dell'azienda agricola Fradè su un'alta collina, da cui si possono ammirare la pianura Padana e le città di Pavia e Milano circondate dalle Alpi.
Da qui una comoda strada in discesa ci riporta al punto di partenza del nostro itinerario: Casteggio.

Se volete qualche informazione più dettagliata delle Big Bench dell'Oltrepò Pavese potete cliccare su questi due link di miei precedenti articoli dedicati: https://www.lavaligiasottoilletto.com/post/l-oltrep%C3%B2-pavese-e-le-sue-dieci-big-bench
Se ti è piaciuto l'articolo metti "Mi Piace" e torna alla Home per iscriverti al blog e rimanere aggiornato sulle nuove pubblicazioni.
תגובות