Cuba
- Fabio
- 23 gen 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 23 gen 2022
L'isola della luce e del colore.

Dopo undici ore di volo eccoci atterrati a Cuba, per una settimana alla scoperta de "La Isla Grande".
il racconto...
La prima cosa che ci colpisce, lungo il tragitto dall’aeroporto di Varadero al nostro albergo, è l’allegria della gente, la luce ed i colori che ci circondano. Il nostro albergo si trovava sulla punta estrema della penisola di Hicacos, a circa venti km dal centro di Varadero. La destinazione è stata determinata sia dal desiderio di visitare più cose possibili, sia dalla volontà di godere delle lunghe e bianche spiagge caraibiche. E devo dire che la scelta è stata azzeccata!!!

Già il giorno successivo al nostro arrivo abbiamo potuto apprezzare le meravigliose tonalità di azzurro del mare che si perdevano nell’infinito blu del cielo, le stelle marine rosso intenso e le conchiglie rosa pallido che alcuni pescatori avevano appena pescato. La spiaggia immensa (non siamo mai riusciti a percorrerla tutta!!) era frequentata, oltre che dai turisti, anche dai cormorani neri dai lunghi becchi che spesso si tuffavano nell’acqua cristallina. Un vero Paradiso!! Vicino al nostro albergo, dove abbiamo incontrato gente sorridente ed accogliente, c’era la “Marina”, un piccolo centro con un grazioso mercatino dell’artigianato, dei locali, dei negozi e soprattutto il porto da cui si partiva per CayoBlanco.

Cuba è infatti circondata da circa 400 cayos, cioè piccole isolette, in parte disabitate. L’escursione a CayoBlanco è la prima che abbiamo fatto; ci siamo imbarcati su grandi catamarani che ci hanno prima portato a fare snorkeling, permettendoci di ammirare le abbondanti formazioni coralline che avevano entusiasmato Jacques- Yves Cousteau, poi sull’isolotto di CayosBlanco, dove ci attendeva una spiaggia finissima e bianchissima (sembrava borotalco) e un’inaspettata foresta di mangrovie ricca di uccelli colorati e suoni.
A CayoBlanco abbiamo potuto apprezzare anche la cucina cubana in un divertente ristorante, allietati dalla musica di un complesso locale.

Questa prima gita immersi nella splendida natura ci ha dato la carica per affrontare l’escursione a l’Avana. Come andare a Cuba e non andare a visitare la sua capitale? La città che tanto aveva affascinato l’irrequieto Hemingwai? A L’Avana abbiamo passeggiato nel suo centro storico, dichiarato patrimonio culturale dell’UNESCO nel 1982, percorrendo le vie che ci hanno permesso di visitare le quattro piazze più importanti: quella di S. Francesco, a ridosso del porto, quella del mercato, con i suoi portici, quella DesArmas con la sua Giraldilla e la strada in legno e infine quella della cattedrale, con la sua massiccia Chiesa.

Lungo le vie abbiamo visto il museo delle armi, dove è esposto un fucile di Che Guevara, la Boteguita del Medio, dove Hemigway era solito bere il mojito e l’hotel AmbosMundo, famoso per aver ospitato lo scrittore americano. Le cose da vedere a L’Avana sono veramente tante per esempio il Castillo de la real Fuerza e il Palacio de los capitanes general, musei visitabili in PalazadesArmas, il Castillo dei tresreyes del Morro, alle porte della città e nella parte nuova ( risale agli anni 50- 60 !!!!) il Campidoglio, il museo della revolution, nel quale si trova il Granma, la nave usata da Fidel e i sui rivoluzionari, il gran teatro de L’Avana e il Floridita, dove Hemigway si intratteneva con un daiquiri.

Ciò che più ci ha colpito della città sono stati i colori, i profumi e la gente vestita con abiti sgargianti che suonava per le vie, oppure intratteneva i viandanti con scenette allegre o leggendo le carte, oppure semplicemente se ne stava mollemente seduta con un grosso sigaro in bocca a guardare il via vai….
Dopo questa escursione le alternative erano due: o immergerci ancora nella storia e visitare le tre città più antiche e storicamente importati di Cuba: Santa Clara, Trinidad e Cienfuegos, oppure andare alla ricerca delle origini del popolo cubano…

Abbiamo scelto la seconda opzione e così eccoci sulla nostra jeep alla scoperta dell’entroterra di Cuba!! Attraverso questa esperienza abbiamo potuto “incontrare” gli antichi aborigeni, abbiamo navigato parte del fiume Rio Caminar, parco nazionale, e abbiamo pranzato in una tenuta agricola, bevendo il caffè e mangiando frutta fresca a casa di un vero campesinos della valle di Yumuri.

Cuba, come ho detto all’inizio, è l’isola del colore e della gioia (si vede gente ballare sempre e ovunque), ma nasconde ancora tanta povertà e questo tour ci ha ricordato che l’embargo non è finito!!
Anche durante il nostro soggiorno abbiamo sperimentato la mancanza di cose e servizi che in Italia diamo per scontati, ma questo è stato un piccolo prezzo da pagare in confronto alla bellezza e alla gioia che ci sono stati donati e abbiamo portato a casa!

Commenti