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Abruzzo

  • Immagine del redattore: Fabio
    Fabio
  • 25 set 2021
  • Tempo di lettura: 5 min

Una regione dalle terre incontaminate e dalla tradizione antica.



Un'idea di viaggio che abbina paesaggi d'alta quota e antichi borghi, a passeggiate in mezzo ai boschi alla scoperta di antichi eremi nascosti.

Il racconto

Recentemente abbiamo trascorso una settimana in Abruzzo alla ricerca di una risposta alla domanda suscitataci da alcuni articoli letti: ” l’Abruzzo è la regione della natura incontaminata o della tradizione antica?” Per cercare una soluzione a questo quesito ci siamo diretti a Sulmona, che ci è sembrata la scelta migliore per avventurarci alla scoperta sia della Maiella che del Gran Sasso.

Sulmona si è dimostrata sin da subito una cittadina molto interessante dal punto di vista storico-artistico, molto golosa per i suoi confetti, ma non solo, e molto accogliente per la gentilezza e cortesia della popolazione. Dalla cattedrale, dedicata a San Panfilo, percorrendo viale Roosevelt e successivamente corso Ovidio, fino a Porta Napoli, ci siamo imbattuti in palazzi signorili, nel museo civico, in piazza Ovidio con la statua dell’insigne cittadino, nelle arcate dell’acquedotto medievale al margine con piazza Garibaldi, tutti motivi più che sufficienti per rendere piacevole una passeggiata in città. Ma è stato esplorando il dedalo di viette con gli scorci, le piazzette appartate, i brani di architettura sorprendente e gustando i suoi squisiti dolci, in particolare i confetti senza amido, che secondo noi abbiamo potuto conoscere ed apprezzare meglio la città.

Nella nostra breve permanenza in Abruzzo, partendo proprio da Sulmona, abbiamo visitato alcuni luoghi dal profondo fascino, fascino ottenuto da un perfetto connubio tra natura e spiritualità. Una parte della settimana è stata dedicata alla ricerca dei diversi eremi nascosti che caratterizzano la zona: l’eremo di San Venazio, nascosto tra profonde gole, l’eremo di San Domenico, affacciato sulle quiete acque dell’omonimo lago, l'eremo di Sant'Egidio e l’eremo di San Bartolomeo in Legio, incastonato sotto un enorme tetto di roccia, sospeso tra cielo e terra.

L'eremo di Sant'Egidio e quello di San Domenico possono essere visitati entrambi nella stessa giornata dirigendosi dopo Anversa degli Abruzzi verso la valle del Sagittario. Il primo è raggiungibile lasciando l'auto sul lago di Scanno e percorrendo lo scenografico "sentiero del cuore" che porta in circa un oretta di cammino tra i boschi all'eremo e al punto panoramico, un punto molto caratteristico dove è possibile ammirare dall'alto il lago che appunto assume la caratteristica forma di un cuore. Molto più abbordabile l'eremo di San Domenico adagiato sulle sponde dell'omonimo lago e raggiungibile, attraversando un vecchio ponte, dopo aver lasciato l'auto a bordo strada. Il luogo, se volete, può anche essere meta di una mezza giornata di relax sulle sue rive da dove ammirare i colori intensi delle sua acque circondate da folti boschi.

Più a nord di Sulmona dopo il paese di Raiano, le gole di San Venanzio racchiudono tra le loro alte pareti l'omonimo eremo. Costruito alla fine del XV secolo è attualmente visitabile e al suo interno troviamo una raccolta di affreschi cinquecenteschi che rappresentano i quattro evangelisti, oltre ad un compianto e alla scala santa scavata direttamente nella nuda roccia. Facilmente raggiungibile anche in auto, che è possibile lasciare nel comodo parcheggio poco distante, può anche essere la meta finale di un caratteristico sentiero tra le piante partendo da Raiano che permette di passare anche dalla zona de "la Solfa, un piccolo lago che nasce da una sorgente solforosa sotterranea.

Ultimo e forse più scenografico di tutti l'Eremo di San Bartolomeo in Legio, logica deviazione in una gita verso il Blokhaus. Situato nel comune di Roccamorice è facilmente raggiungibile tramite un sentiero in leggera discesa prima e un poco più ripido ed esposto nella parte finale che conduce alla zona di accesso dell'Eremo. Si tratta di una struttura perfettamente conservata che riporta ancora sulla porta d'ingresso un affresco raffigurante Cristo e la Vergine Maria e al suo interno un piccolo altare e la cella dove visse Pietro da Morrone.

Siamo stati, poi, in diversi borghi, dove abbiamo riscontrato che l’opera dell’uomo non è mai stata di contrasto con quanto creato dalla natura, anzi...Tra i paesi da noi scelti ci sono stati Navelli, con le sue vie intricate, quasi labirintiche, vie nelle quali perdersi vuol dire tornare indietro nel tempo; Santo Stefano in Sessanio, in cui l’antico castello mediceo sembra sorto per impreziosire ancor di più il panorama; Calascio, con la sua famosa Rocca, nota per essere stata set del film “lady Hawke”; Capestrano, con il grande castello appartenuto ai Piccolomini prima e ai Medici poi e la chiesa di San Pietro ad Oratorium con la sua misteriosa scritta polindroma.

Ci siamo recati anche in luoghi in cui la natura è sovrana: l’alta vetta nota come Blokhaus, seconda vetta appenninica e scenario di cruenti battaglie durante la seconda guerra mondiale, e Campo Imperatore, il piccolo Tibet, che con i suoi 27 km lascia senza fiato e immerge completamente in una dimensione strana. Purtroppo il tempo nella salita al Blokhaus non è stato dalla nostra parte e l'obiettivo di raggiungere la vetta e di ammirare il panorama che spaziava fin sul mare verso le isole Tremiti l'abbiamo lasciato da parte per la prossima volta. Abbiamo invece ammirato il classico autunno padano immersi nelle nubi che hanno inglobato anche il rifugio Pomilio, pazienza! ne abbiamo approfittato per una buona polenta e funghi in piena estate...

Diversamente la giornata sul Gran Sasso a Campo Imperatore è stata stupenda anche se particolarmente ventosa. Un'esperienza sicuramente da consigliare per gli ampi spazi che si aprono verso la cima del Corno Grande; sembra di essere in pianura ma in realtà si raggiungono quasi i 2000 metri su di un altopiano sterminato! Qui pascolano liberamente tra di loro cavalli, mucche pecore e i punti panoramici sono infiniti, la strada culmina poi all'inizio della seggiovia che porta all'osservatorio che, volendo, è possibile raggiungere anche a piedi con un sentiero in circa un ora di cammino, proseguendo poi da qui si arriva al rifugio Duca degli Abruzzi, spettacolare belvedere su tutta la zona. Diversi rifugi sull'altopiano sono poi meta per il pranzo con i tipici arrosticini. non perdeteveli!

Alla fine del viaggio la risposta alla nostra domanda iniziale è stata che l’Abruzzo è una perfetta commistione tra natura e uomo: i borghi visti e tutti gli interventi umani ben si amalgamano con il passaggio, la fauna e la flora e, a volte, ne hanno addirittura esaltato la bellezza. In ogni luogo abbiamo trovato aree pic-nic utili a chi vuole vivere il più possibile all’aperto, sentieri ben tenuti, luoghi di ristoro con persone cortesi e cordiali, borghi interessanti e ricchi di storia, tantissime proposte di attività all’aria aperta ( canoa, bici...) e parecchie iniziative per passare momenti piacevoli e divertenti anche con i più piccoli.


un suggerimento per il soggiorno:

Bagnaturo di Pratola Peligna, Villa Giovina: https://villagiovina.it/





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Sono Fabio ed amo viaggiare!

Ho coinvolto in questa mia passione mia moglie Elena e mio figlio Alberto; insieme abbiamo vissuto numerose esperienze, avventure e momenti felici che ci hanno arricchito notevolmente come persone e come conoscenze. 

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