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In crociera sul Mar Rosso

  • Immagine del redattore: Fabio
    Fabio
  • 14 apr 2021
  • Tempo di lettura: 6 min

Aggiornamento: 29 gen

Alla scoperta di antichi tesori egizi.


Un itinerario insolito, un nuovo programma della Costa ci porterà a visitare in una sola settimana le rive del Mar Morto, Petra, e le piramidi del Cairo, con un paio di giorni da dedicare al relax e al sole

il racconto...

La nave è la Costa Marina un poco “attempata” ma con un servizio come al solito ottimo; qualche problema in partenza da Milano con il volo in ritardo che ci fa arrivare all’imbarco alle 3,30 di notte dove troviamo subito il personale che ci avvisa che se vogliamo il buffet è aperto, ma noi assonnati e sconvolti ci fiondiamo in cabina a dormire!

Il primo giorno lo trascorriamo sulla nave, il clima è ottimo, non c’è vento e la giornata trascorre velocemente sui ponti esterni a goderci il sole tra uno spuntino e l’altro, è ancora inverno e il sole cala abbastanza presto, verso le quattro del pomeriggio inizia già il tramonto e quindi dobbiamo spostarci all’interno in preparazione della cena, mentre la nave salpa in direzione di Elat in Israele.

Il giorno dopo partendo dalle coste del golfo di Aquaba ci dirigiamo nell’interno dove visitiamo per primo Masada in Israele posta su una cima di una collina, proprio sopra il Mar Morto. La fortezza, ma possiamo parlare di una intera città fortificata, fu fatta costruire da Erode, quello della strage degli innocenti, nel primo secolo a.C. ed era arroccata su tre diversi livelli. Una specie di bunker ben protetto e dotato per l’epoca di tutti i comfort, con grandi magazzini per contenere i generi alimentari, ma soprattutto enormi cisterne per l’acqua, talmente perfette da fornire acqua non solo per le cucine e i bagni pubblici ma anche per le fontane che abbellivano tutta la cittadella. La fortezza disponeva di possenti mura e di 37 torri. Erode aveva fatto costruire questo rifugio nell’ipotesi che qualcuno volesse detronizzarlo o ancora peggio, ucciderlo. Erano state costruite anche delle mulattiere che consentivano agli animali di salire sulla cittadella e rifornire di provviste la fortezza ubicata a circa 400 m. sopra il mar Morto.

Al termine della visita scendiamo sulle sponde del Mar Morto dove ci aspetta il pranzo ma soprattutto un tuffo nelle sue acque, il tempo non è dei migliori, fa freddo e l’acqua è gelida ma è impossibile non provare a galleggiare qui, dove anche chi non sa nuotare sta a galla e non riesce a d andare a fondo anche volendo; la salinità dell’acqua è dieci volte superiore alla media degli altri mari, questo non permette nessun tipo di vita in acqua, ma ha permesso la nascita di una serie di stabilimenti termali che sfruttano la presenza del sale e dei fanghi.

Il giorno dopo è la volta di Petra, questa volta partiamo dal porto di Aquaba, lo sbocco della Giordania sul Mar Rosso e dopo circa tre ore di pullman attraversando il deserto del Wadi Room giungiamo all’entrata del sito archeologico. Per fortuna il tempo è dalla nostra parte e nonostante faccia abbastanza freddo, siamo a circa 1000 metri di altezza, il sole aiuta a riscaldare un poco l’aria. La prima parte del percorso è tra le montagna ma con una vista abbastanza aperta, qui iniziamo a scoprire le prime tombe e dopo circa 15 minuti di cammino arriviamo ad imboccare il “Siq”, la lunga gola che porta alla città.

Infatti molto del fascino di Petra deriva dalla sua collocazione spettacolare nelle profondità di una stretta gola nel deserto, camminando fra le pareti rocciose, che si elevano fino ad 80 metri, si passa davanti ad iscrizioni in linguaggi antichi e a stanze scavate nelle spirali d’arenaria. Il monumento più famoso di Petra, il Tesoro, compare in modo teatrale al termine del Siq. Utilizzata per la sequenza finale del film Indiana Jones e l’Ultima Crociata, questa gigantesca facciata è soltanto il primo fra i segreti di Petra. Molti sentieri e salite rivelano, letteralmente, centinaia di tombe scavate nella roccia, facciate di templi, sale funebri e bassorilievi.

Da vedere anche il teatro da tremila posti risalente all’inizio del I secolo d.C.; un palazzo tombale in stile romano, un gigantesco Deir (monastero) del I secolo. Un piccolo santuario commemorativo della morte di Aronne, il fratello di Mosé, fu costruito nel XIII secolo dal sultano mammalucco sul Monte Aronne (Jabal Haroun) nella catena Sharah. Questi panorami raggiungono il massimo del fascino la mattina presto e il tardo pomeriggio, quando il sole conferisce calde sfumature alle pietre multicolori, quando è possibile ammirare la bellezza di Petra come la vide Burckhardt nel 1812, momento della sua riscoperta. Purtroppo il tempo a nostra disposizione non è molto e siamo costretti così a rinunciare alla visita di una parte del sito per fare rientro al pullman e poi sulla nave, ma effettivamente per quello che abbiamo visto la “città rosa” di Petra, oggi dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO merita il titolo di una delle nuove 7 meraviglie del mondo.

La sera dopo il rientro la Nave salpa in direzione di Safaga, lungo la costa meridionale dell’Egitto dove rimarremo due giorni che saranno dedicati interamente al relax, il primo presso un resort di Hurghada e il secondo rimanendo a bordo per sfruttare al meglio tutti i servizi offerti .

L’ultimo giorno della nostra vacanza lo dedichiamo alla visita delle Piramidi di Giza al Cairo, con un paio di soste che ci permettono di visitare anche il sito archeologico di Memphis e di Saccara dove si trova la Piramide a gradoni. Dopo un paio d’ore di pullman arriviamo al Cairo dove ci accoglie una nube di smog simile alla nostra nebbia invernale, infatti si tratta della seconda città più inquinata del mondo dopo Città del Messico, e a nostro parere anche la più sporca. Non è immaginabile senza vederlo quello che abbiamo incontrato lungo il tragitto interno alla città per arrivare alle piramidi, immondizia ovunque, carcasse di animali morti lungo alcuni canali e bambini che giocano a terra davanti alle loro case in mezzo alle capre e alle mucche.

La prima tappa è Memphis a 22 chilometri dalla capitale, questa città fu la prima capitale del regno egizio, fondata dal re Menesfu completamente distrutta ed oggi rimangono solo alcune statue, tra le quali la più importante è una grande statua di Ramesse II che originariamente si trovava all’ingresso del tempio. Poco distante troviamo Sakkara, anticamente era il cimitero della città di Memphis. Sono presenti monumenti funerari di quasi tutte le epoche della storia egizia. La necropoli è stata saccheggiata ripetutamente nei millenni ma i moderni scavi archeologici hanno portato alla luce reperti di grande importanza storica, tra i vari monumenti quello più famoso e imponente è la Piramide a Gradoni. Questo maestoso monumento, visibile a grande distanza, era il monumento funerario del re ZOSER della III dinastia. Fu costruito dal grande architetto IMHOTEP ed era il primo edificio in pietra di queste dimensioni costruito in Egitto, era nato come una "mastaba", le tipiche tombe dell'epoca, ma fu successivamente modificato per sei volte fino a diventare la piramide a gradoni che è arrivata fino ai tempi nostri.

L’ultima tappa è forse la più suggestiva , il simbolo principale dell’Egitto, la spianata di Giza e le sue piramidi. Si arriva dalla città, ormai giunta fino a pochi metri dal sito archeologico, dopo una breve salita con il pullman giungiamo al fianco della piramide di Cheope, la più alta delle tre, e una delle sette meraviglie del mondo; rappresenta il monumento funerario del re appartenente alla IV dinastia dell’antico Egitto. Poco più spostate abbiamo quella di Chefren e Micerino. Il sito purtroppo è letteralmente invaso di persone alla ricerca di soldi che ti vogliono vendere di tutto, fino ad arrivare a seguirti con il cammello per farsi fare una fotografia, e chiedere poi soldi, o farti fare un giro sul dorso degli animali.

Poco più sotto la sfinge di Giza, la più grande statua monolitica del mondo: è lunga circa 74 metri, alta circa 20 metri e larga 6 metri, di cui solo la testa è 4 metri. Fu costruita circa 2.500 anni prima di Cristo e raffigura una sfinge, più precisamente un'androsfinge, essere mitologico con volto umano e corpo di leone accovacciato. Molto bella è l’immagine d’insieme che si può ammirare ai piedi della stessa con le tre piramidi sullo sfondo.

Questa purtroppo era l’ultima escursione prevista della nostra settimana, rientriamo per l’ultima serata sulla nave in attesa della partenza del giorno successivo, si ritorna a casa al freddo e al gelo, consapevoli però di aver ripercorso in pochi giorni migliaia di anni di storia.



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