Messico
- Fabio
- 2 feb 2022
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 14 apr 2022
Playa del Carmen e i tesori Maya.

Come passare dal grigio, freddo, umido inverno lombardo, alla radiosa primavera caraibica..
il racconto...
Siamo nel pieno dell’inverno eppure eccoci in spiaggia, all’ombra di una lussureggiante palma, ad osservare un mare turchese che si perde nel blu del cielo, sorseggiando un cocktail…. Certo, non è un sogno, siamo sbarcati in Messico!!!
Un paese immenso, che per essere visitato richiederebbe parecchio tempo a disposizione, dove da un lato spicca la sua capitale con 21 milioni di abitanti che vivono su di un altopiano ad oltre 2000 metri di altezza, fino ad arrivare alla costa atlantica sulle spiagge caraibiche della riviera Maya passando per le città coloniali dell’interno.

Un paese che può essere visitato in tutte le stagioni grazie alla sua posizione geografica che garantisce sempre caldo in abbondanza, con temperature molto alte e molta umidità in estate e un po’ più miti e secche in inverno, la stagione migliore per visitare i siti archeologici dell’interno.
Playa del Carmen, rinomata località sulla costa, nel mese di gennaio, è proprio questo: una radiosa e alquanto imprevedibile primavera, con temperature gradevolissime, che permettono di sfruttare a pieno le gioie della “vita da spiaggia” (bagni, abbronzatura, relax totale…) e quelle di chi, come noi, proprio non riesce a stare fermo e vuole cogliere il più possibile del paese che li ospita.

Durante la nostra permanenza in Messico (una settimana) abbiamo cercato di conciliare il meritato riposo con quante più escursioni possibili….per cui eccoci nella foresta alla ricerca dell’antica città di Cobà, con la sua possente piramide a gradoni; oppure tra le rovine dell’affascinante Tulum, il luogo dei sassi, col suo Castillo, che spicca fiero sulle alte coste frastagliate; oppure ancora a Chichen-Itza, al centro del grande campo della pelota, laddove antichi guerrieri giocavano in onore degli dei, e al cospetto del suo Castillo, patrimonio mondiale dell’Unesco e quinta meraviglia del mondo.
La costa dei Maya, così è chiamata la costa tra Cancun e Tulum a causa dei numerosi ritrovamenti relativi al popolo Maya, non è solo archeologia, ma è anche natura….e che natura!!

Noi, causa i pochi giorni a nostra disposizione, abbiamo potuto apprezzare le splendide spiagge di sabbia bianca e finissima e un paio di Cenote, molto diversi tra di loro, ma entrambi sorprendenti: l’uno sotterraneo, nascosto nella foresta, aperto al mondo solo per mezzo di uno stretto anfratto che scende nelle viscere della terra; l’altro magnificamente scoperto, ampio e ornato da lunghe liane che scendono lungo i suoi fianchi, fino a lambirne le placide acque.

Anche Playa del Carmen e Valladolid, i due piccoli centri urbani che abbiamo visitato, ci hanno favorevolmente impressionati seppur in modo diverso. Playa del Carmen è una cittadina (soprattutto la quinta avenida) chiassosa, giovane festaiola e piena di vita, ricca di negozi e di locali di ogni tipo (abbiamo trovato anche un bar/museo dedicato a Frida Khalò); Valladolid è più sonnacchiosa, colorata e rimanda ai tempi della colonizzazione spagnola.

Per chi soggiorna sulle spiagge della riviera Maya vi racconto tre luoghi da non perdere, che potrete visitare effettuando escursioni giornaliere un po’ pesanti per la lunghezza del viaggio in pullman, ma che vi garantisco vale la pena accollarsi.

Cobà, e la sua piramide in mezzo alla giungla.
La particolarità di Cobà è proprio questa, si tratta di un sito archeologico immerso completamente nella giungla ed è così vasto che per visitarlo si possono noleggiare le bici, o percorrere le sue strade seduti su un risciò. Il modo migliore però per apprezzarlo è a piedi passeggiando per le sue strade sterrate ascoltando i suoi rumori e i suoi silenzi.
Coba si trova nello stato del Quintana Roo, nella penisola dello Yucatan, a circa 40 minuti da Tulum, si estende per circa 70 km quadrati ed è stata una delle maggiori metropoli del mondo Maya. La costruzione delle sue strutture si colloca tra il periodo Medio e quello Classico, tra il 500 ed il 900, ma solo nel 1926, grazie all’esploratore Thomas Gann, il sito è stato riportato alla luce.
Sono tanti i resti degli edifici che si vedono durante la visita ma il più sensazionale è senza dubbio la grande piramide di Nohoch Mul, che con i suoi 42 metri di altezza è la piramide più alta di tutta la penisola ed è così imponente da far capolino sopra la giungla. Oggi è l’unica piramide ancora scalabile, raggiungere la sua vetta è un’emozione da provare per l’immenso panorama che si apre agli occhi dalla sua cima. Attenzione però se la sua salita è difficoltosa la discesa è anche peggio per la sua elevata inclinazione, ma con un poco di attenzione aggrappandosi alla corda appositamente posizionata nel mezzo tornerete alla base.

Tulum, la città Maya sulla costa
Tulum venne costruita dai Maya verso il 1200 d.C. e fino all’invasione spagnola del sedicesimo secolo rappresentò un punto nevralgico dell’economia dell’impero. Essendo l’unica città Maya sulla costa aveva il ruolo di importante snodo marittimo e terrestre per il commercio, ed è anche una delle poche città maya ad avere una fortificazione costituita da mura di cinta. Il sito archeologico si trova su una scogliera a picco sulle acque turchesi dei Caraibi e le sue rovine sono conservate benissimo. Il cuore pulsante di tutto il sito è sicuramente “El Castillo”, il castello (quello che si vede in tutte le foto di Tulum), ma anche il Tempio degli Affreschi merita una visita. Ai piedi della scogliera troviamo la sottostante Playa del Paraíso raggiungibile tramite una scalinata, e dopo la visita al sito non può mancare un bagno rinfrescante nelle sue acque trasparenti.

Chichén Itzà, una delle sette meraviglie del mondo
Forse uno dei siti archeologici più belli e rinomati al mondo, definito Patrimonio dell’Unesco nel 1988. La sua visita completa richiede almeno mezza giornata, assolutamente da non perdere sono: il tempio di Kukulkan, il tempio dei Guerrieri, il Campo di Pelota, il complesso Las Monjas, El Caracol, Akab Dzib, Chichen Vejo, l’Ossario e le grotte di Balankanche.
La sua attrazione principale è il tempio di Kukulkan, alto ben 25 metri e composto da 365 scalini, uno per ogni giorno dell’anno, oggi non è più scalabile dopo che alcuni anni fa un uomo perse la vita cadendo durante la sua discesa.
Durante gli equinozi di primavera e autunno sulla scalinata del tempio si può assistere ad un’affascinante effetto ottico, un gioco di luci e ombre che fa sì che dalla scalinata sembri scendere un serpente piumato che rappresenterebbe il dio Kukulkan, divinità a cui è dedicato l’omonimo tempio.

Questa vacanza è stata per noi, che eravamo un po’ titubanti per la lontananza dall’Italia, una grandissima scoperta che ci ha ripagati pienamente delle fatiche del viaggio, un’esperienza sicuramente da ripetere perché, ne siamo convinti, ci può dare ancora moltissimo!!!

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