Week end sulla Riviera di Ponente
- Fabio
- 21 dic 2022
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 7 gen 2023
Cosa vedere intorno a Sanremo in tre giorni di inizio inverno.

Dai piccoli e stretti vicoli di Finalborgo, agli ampi spazi aperti di Villa Hanbury, per concludere con il Principato di Seborga.
Il racconto
E' una fredda e nebbiosa mattina di inizio inverno e la voglia di andare a cercare un po' di tepore è tanta, così ci guardiamo in faccia e dopo un breve consulto decidiamo di salire in macchina direzione Liguria ed esattamente verso la riviera di ponente. La scelta fortunatamente risulta essere azzeccata perchè appena varcate le montagne che separano la pianura dal mare il sole appare ai nostri occhi e la temperatura segnata dall'auto passa in pochi minuti dai 3 gradi di casa a confortanti 14 gradi.

Prima di raggiungere la nostra meta Sanremo, decidiamo di fare una sosta intermedia e, usciti dall'autostrada, ci dirigiamo in direzione di Finalborgo. Il borgo sorge alle spalle di Finale Ligure e ci ha subito colpito con le sue alte mura merlate, il campanile ottagonale della collegiata e con la sua fortificazione che domina severa dall'alto. Siamo entrati dalla porta che conduce nella piazzetta su cui si affaccia proprio la collegiata di San Biagio, un vero spettacolo, soprattutto all'interno. Ci siamo poi addentrati a caso in una delle viette che si diramano attorno e siamo sbucati in piazza Garibaldi, una piazza che non ti aspetti, molto ampia e ariosa, al contrario delle stradine tutte molto strette e raccolte.

Ci siamo poi lasciati guidare dall'istinto ed è stato molto bello perdersi per le vie del borgo, tra intimi ristoranti, bar e ammiccanti negozi, finchè non ci siamo trovati nella piazza del tribunale, dove siamo stati attirati da un'indicazione: Castel San Giovanni lungo via Beretta. Non potevamo non seguirla per cui ci siamo inerpicati lungo una stretta via che costeggia le mura finchè non siamo arrivati davanti al portale che dava sulla corte della fortezza spagnola purtroppo chiusa, pazienza sarà per la prossima volta.

Finita la nostra tappa a Finalborgo in un locale molto caratteristico dove ci siamo fermati per rifocillarci e scaldarci un poco, siamo partiti per San Remo dove siamo arrivati verso metà pomeriggio, orario perfetto per un giretto in centro. E così ci siamo addentrati nelle vie cittadine chiuse al traffico brulicanti di gente, ricche di negozi illuminati e accattivanti, con musiche, fiori, illuminazioni natalizie, insomma un tripudio all'allegrezza, alla frivolezza e alla gioia di vivere.

Il giorno dopo, domenica, ci svegliamo con un sole fantastico e con diverse opzioni a nostra disposizione, la scelta ricade su quel parco di cui tanto avevamo sentito parlare ma che non c'era mai stata l'occasione di visitare: Villa Hambury e il suo grandissimo giardino. Il parco e la villa meritano di essere visti anche a dicembre, quando i fiori sono sfioriti e tante piante sono a riposo. Ci abbiamo trascorso tutta la mattinata conclusa con un frugale pasto al ristoro presente nel parco, un pasto leggero gustato sotto un caldo sole immersi in un agrumeto e circondati da piante sconosciute prossime alla fioritura. Magnifico!

Già superato il portale d'ingresso, un ideogramma inciso sull'arco ci ha convinti che la scelta era stata quella giusta: "Fo" Felicità. Abbiamo quindi iniziato la nostra passeggiata guidata da delle frecce e da un libretto esplicativo che ci hanno portato a vedere punti imperdibili: il palmeto, gli agavi, gli aloe, la pergola delle bignoniacee, le piante succulente, il Palazzo Orengo, la fontana del drago, il giardino dei profumi e i giardinetti, il viale dei cipressi, le acacie, la foresta australiana, la strada romana, l'agrumeto, il frutteto esotico, le pergole e il viale degli ulivi, fino ad arrivare al bar.

Purtroppo, come dicevo, diverse piante erano sfiorite, altre a riposo, ma gli agavi, gli aloe e alcune piante grasse erano in fiore, e poi c'era una pianta di mimosa fiorita (a dicembre!!!) e c'erano due ginko, una femmina ed un maschio che, completamente gialli, spiccavano al sole. Non dimentichiamo poi il Mausoleo Moresco, totalmente inaspettato e il gong giapponese del 1764, il tempietto delle quattro stagioni e la fontana del drago. Alla fine potrei definire il tutto come un luogo dove stupirsi di fronte alle magnificenze della natura e dell'uomo, il tutto incorniciato da un bellissimo panorama.

Il terzo giorno ci ha invece accolti un cielo grigio e lattiginoso a tratti anche un po' minaccioso e la scelta un poco azzardata è stata quella di ritornare a Seborga, l'antico Borgo con la presunzione di voler essere riconosciuto come un principato autonomo. Ad accoglierci una garitta bianca e azzurra, segno che stavamo valicando il confine e un enorme cartello "Benvenuti nel principato di Seborga". Il paese è caratterizzato da vicoli concentrici su cui si trovano diverse botteghe, nel centro sorge la chiesa parrocchiale di San Martino di Tours e, di fronte a lei, il Palazzo dei Monaci, che contiene al suo interno la zecca seborghina dove venivano coniati i "luigini".

Sulla facciata del palazzo si può vedere il caratteristico stemma di Seborga concesso dal re di Sardegna attorno al 1760. All'ingresso del paese, di fianco al parcheggio dove abbiamo lasciato l'auto, sorge invece un'antica chiesetta dedicata a San Bernardo di Chiaravalle. Non dimentichiamoci inoltre che a Seborga ci sono pure delle antiche prigioni, come ogni principato richiede, dove il principe poteva detenere i colpevoli di gravi reati. Purtroppo essendo un giorno feriale molte botteghe e locali oltre alla chiesa erano chiusi, peccato! un buon motivo per ritornarci.

Una buona base di appoggio per questo itinerario è la città di San Remo, dove soggiornare?
Hotel De Paris
un incantevole e lussuoso 4 stelle affacciato sul mare di Sanremo a due passi dal Teatro Ariston e dal Casinò della Città dei Fiori.
sito internet: https://www.hoteldeparissanremo.it/
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