I dintorni di Madrid
- Fabio
- 14 lug 2021
- Tempo di lettura: 6 min
Girovagando per la Spagna continentale.

il nostro viaggio che doveva essere “Madrid e i suoi dintorni”, è diventato “I dintorni di Madrid”. Già, perché abbiamo scoperto che intorno a Madrid c’è davvero tanto da vedere e spesso sono luoghi che non sono conosciuti da noi italiani, ma sono veramente spettacolari.
il racconto...
Siamo arrivati all’aeroporto di Madrid di sabato mattina e subito ci siamo messi in marcia verso Segovia, la prima tappa del nostro tour. Prima di arrivarci, ci siamo fermati a El Escorial, monastero e residenza reale, pantheon dei sovrani spagnoli. Nei suoi 207 metri di lunghezza, mi sembrava un’enorme astronave di granito grigio, posati su una dolce collina. Purtroppo ci siamo fermati poco e non abbiamo potuto visitarlo bene perché non era previsto nel nostro itinerario e il tempo era poco, come dicevo le cose da vedere erano davvero tante!!!

Nel primo pomeriggio siamo arrivati a Segovia e sono rimasto a bocca aperta di fronte all’impressionante acquedotto romano, alto 28 metri e lungo 728. La mia mamma mi ha raccontato che le pietre con cui è stato costruito sono talmente perfette che non sono stati utilizzati materiali di coesione, davvero incredibile!! Siamo poi andati lungo la via principale, abbiamo attraversato il quartiere ebraico con le sue caratteristiche casette e siamo sbucati nella piazza centrale ( qui tutte le piazze principali si chiamano Plaza Major) dove si è innalzata di fronte a noi una maestosa cattedrale in stile tardogotico. Dopo aver lasciato i nostri bagagli in Hotel, siamo saliti all’Alcazar, uno scenografico castello che con le sue torricine a copertura conica, mi ha immerso in un’atmosfera fiabesca e molto più asburgica che spagnola. La mamma, mi ha detto, che dell’arcigno castello, infatti, è rimasto ben poco, dopo il rovinoso incendio del 1862 e la ricostruzione fatta è stata con il gusto tipicamente tedesco.

Il giorno dopo siamo andati ad Avila, dove ci siamo fermati due giorni. Ciò che mi ha più impressionato di questa cittadina sono le sue possenti mura: lunghe 2.5 km, alte 12 m e spesse 3 m , sono le meglio conservate in tutta Europa. Avila non è solo interessante per questo motivo o per la sua cattedrale raro esempio di tempio fortezza, ma anche perché ha dato i natali a Santa Teresa, una delle più grandi mistiche del mondo. Il terzo giorno ci siamo diretti a Salamanca, antica città universitaria lambita dalle acque del fiume Tormes. La mamma si è divertita a farmi cercare, in giro per la città, le scritte di gaudio che gli studenti tracciavano sui muri, utilizzando un impasto fatto di olio, terra rossa e sangue di toro, oppure, i singolari basso rilievi del portale della cattedrale nuova. Nella parte bassa della porta abbiamo visti scolpiti una cicogna, una scimmia che mangia il gelato e persino un astronauta, davvero incredibile!!

Ci siamo divertiti anche a cercare il tesoro, che secondo la leggenda si cela a sotto una delle 365 conchiglie della Casa Conchas, ma non l’abbiamo trovato, e la rana seduta su teschio, sulla facciata plateresca dell’università, simbolo di Salamanca e della fugacità dei piaceri. Salamanca nasconde tantissimi altri interessanti angoli e bellezze, come Plaza Major, dove tra i medaglioni intagliati che adornano gli 88 archi, troviamo anche il ritratto di Miguel de Cervantes o la casa del Lys, museo di art nouveau e art decò, oppure ancora i romantici girdini di Callisto e Melibea o la magica grotta di Salamanca. Mia mamma si è innamorata di questa cittadina ed anch’io, perché abbiamo trovato un ristorantino italiano niente male!!

Il quarto giorno abbiamo lasciato la Castiglia Leon e ci siamo diretti verso l’Estremadura, una delle regioni meno popolate e note della Spagna, da cui sono partiti i più famosi conquistadores della storia. Lungo il tragitto verso Trujillo, la nostra prossima metà e città natale di Pizarro, abbiamo potuto apprezzare le bellezze naturalistiche del parco di Monfrague, riserva naturalistica in cui si possono ammirare oltre ai meravigliosi paesaggi, numerosi uccelli rapaci, come le aquile imperiali, gli avvoltoi monaci, ma anche, con una certa pazienza e fortuna la rarissima lince iberica. Noi abbiamo trascorso qui solo una giornata, sarebbe stato bello poter vivere il parco un po’ più intensamente, anche grazie al fatto che sono veramente attrezzatissimi, anche e soprattutto per noi bambini.

Una volta raggiunta Trujillo, ho voluto vedere subito la casa natale di Pizzarro, il cui ritratto, insieme a quello della moglie ( la principessa inca Ines Haylas Yupanqui) è stato scolpito per sua volontà sul palacio del Marques de la conquista, in plaza Major ( cosa vi avevo detto?), la piazza principale della città. Qui oltre alla casa del celebre conquistadores, abbiamo potuto apprezzare un bel borgo murato, raggiungibile attraverso la puerta del trionfo, risalente all’epoca araba, il castello, che offre ampi panorami e l’alcazar de los Chaves, dove risedettero i Re Cattolici, Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona

Il giorno dopo, siamo ripartiti verso Caceres, anch’essa famosa principalmente per il suo stretto legame con la scoperta del Nuovo Mondo. Nella parte storica di Caceres si accede attraverso l’arco dell’Estrella, lungo le mura arabe, e subito ci si imbatte nel Palacio Toledo de Moctezuma, abitato dal nipote dell’ultimo re azteco, nato dal matrimonio tra la figlia di Moctezuma e Juan cano de Saavedra. Si possono visitare poi, palacio Carvajal, nel cui patio si trova un fico millenario, la iglesia de Santa Maria e plaza de los golfine, sulla quale si affaccia l’omonimo palacio, in stile gotico-platersco. Poi si sale leggermente fino ad arrivare a plaza san Mateo, vicino alla quale c’è il museo di Caceres, sorto in un palazzo seicentesco e che conserva ancora un’antica aljibe, cioè una cisterna sotterranea di origine araba per la raccolta dell’acqua

Il nostro viaggio è proseguito, per Merida. Questa città ci ha davvero stupito, in quanto non la conoscevamo per niente ed abbiamo invece scoperto un piccolo gioiello, un vero museo a cielo aperto del periodo romano. Qui infatti, abbiamo potuto visitare diversi siti archeologici, piuttosto ben conservati, di epoca romana, quali l’arena, il teatro, il circo in cui avvenivano le gare con le aurighe, l’acquedotto, il ponte…insomma una vera città. C’era persino un antico palazzo, chiamato palazzo di Mitreo, un tempio a pianta rettangolare destinato al culto dell’imperatore e dedicato a Diana e uno spettacolare ponte. Abbiamo visto anche un alcazaba, che ci ha ricordato come queste zone hanno visto passare tanti popoli diversi: romani, visigoti , arabi e poi …i re cattolici ( che con la loro riconquista ci hanno seguito in tutto il nostro percorso).

Il sesto giorno è iniziato il nostro percorso di rientro verso Madrid, per cui siamo partiti da Trujillo, in cui avevamo fatto tappa per tre giorni, verso la nostra ultima destinazione Toledo. Prima di arrivare a Toledo ci siamo fermati al Santuario di Nuestra Senora di Guadalupe, come potevamo non fermarci nel monastero da cui sono partiti tutti I conquistadores verso il Nuovo Mondo e in cui sono stati battezzati I primi ameringhi. Siamo arrivati al santuario nella settimana dedicata celebrazione della patrona dell’Estremadura, cioè la Madonna di Guadalupe, così oltre a poter ammirare la magnifica architettura del santuario ci siamo immersi anche nei riti della festa, che si sono svolti tutti in costume tipico

Toledo, ultima tappa del nostro viaggio, ha concluso degnamente un percorso che ci ha stupito per la ricchezza storica e paesaggistica. La città si trova in Castiglia La Mancha, è ricca di arte mudejar ( lo stile che indica la fusione tra l’arte cristiana e quella araba, così mi ha detto la mamma) ed dell’opera di El greco il famoso pittore greco che si stabilì a Toledo intorno al 500. Ciò che più mi ha colpito di questa città è sicuramente la cattedrale, veramente maestosa, non per niente è considerata la seconda cattedrale di Spagna dopo quella di Siviglia. E’ stata costruita per volontà dei cardinali Mendoza e Cisneros che l’hanno voluta ricca di elementi artistici (ci sono voluti 400 anni per costruirla). Ma decisamente suggestivi sono stati anche I quartieri ebraici, con le sinagoghe trasformate in chiese per volontà dei re Cattolici o le silenziose vie dei monasteri, dove tra gli altri abbiamo visto San Juan de los Reyes, che doveva essere il luogo di sepoltura dei sovrani. Il nostro giro per I dintorni di Madrid si è concluso domenica pomeriggio, ma prima di andarcene non potevamo dimenticarci di visitare la casa natale di Miguel de Cervantes, che insieme ad altri personaggi ( quali I re Cattolici, o I conquistadores) ci hanno seguito per tutto il nostro viaggio. Così siamo andati ad Alcalà de Henares, una città vicina a Madrid, dove velocemente abbiamo fatto una foto tra I mitici Don Chisciotte e Sancio Panza e poi tristemente ci siamo diretti all’aeroporto.

Comentários