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Il giro del Monte Pelmo, "il Trono di Dio"

  • Immagine del redattore: Fabio
    Fabio
  • 22 ago 2024
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 28 mar

Una delle escursioni più panoramiche ed affascinanti delle Dolomiti.


Forcella Val d'Arcia
Forcella Val d'Arcia

In Veneto, tra la Val di Zoldo e la Val Fiorentina, un itinerario adatto ad escursionisti con un buon livello di preparazione.

Il racconto


Il Monte Pelmo, noto anche come "Trono di Dio" per la sua forma maestosa e imponente, è una delle cime più iconiche delle Dolomiti. Situato in Veneto, tra la Val di Zoldo e la Val Fiorentina, offre una delle escursioni più affascinanti e panoramiche della zona: il giro del Monte Pelmo. Questo itinerario circolare, percorribile in senso antiorario, permette di scoprire la bellezza selvaggia e il fascino antico di queste montagne, immergendosi in un ambiente naturale di straordinaria bellezza.


Rifugio Venezia verso la Forcella Val d'Arcia
Rifugio Venezia verso la Forcella Val d'Arcia

Prima di intraprendere il giro del Monte Pelmo, è fondamentale essere ben preparati. L'escursione è classificata come di difficoltà moderata, ma richiede comunque una buona forma fisica, abbigliamento adeguato e una certa esperienza in montagna. Il percorso si sviluppa per circa 16-18 chilometri, con un dislivello positivo di oltre 1000 metri, pertanto è importante partire presto per avere tutto il tempo necessario per completare l'itinerario con calma e in sicurezza. Il mio consiglio è di compiere l'itinerario in senso antiorario in modo da poter scalare la forcella, nel suo tratto più impegnativo e pericoloso, in salita e ridiscendere così nel tratto relativamente più fattibile.


Giro del Pelmo, la prima tratta nel bosco
Giro del Pelmo, la prima tratta nel bosco

L'escursione inizia dal Passo Staulanza (1.773 metri), dove si trova l'omonimo rifugio. Questo punto di partenza è facilmente accessibile sia dalla Val di Zoldo che dalla Val Fiorentina. Il rifugio Staulanza è un'ottima base per rifocillarsi e prepararsi al cammino che attende. Da qui si segue il sentiero CAI n. 472, che porta verso il rifugio Venezia, un punto cruciale del percorso. La prima parte del percorso si sviluppa attraverso un bosco di conifere, dove il profumo di pino e l'ombra degli alberi offrono un piacevole sollievo durante l'ascesa iniziale. Dopo circa un'ora di cammino, si raggiungono i prati alpini, e il panorama si apre improvvisamente sulla maestosa parete nord del Monte Pelmo, che domina l'orizzonte con la sua imponenza.


Giro del Pelmo, la parete nord
Giro del Pelmo, la parete nord

Continuando sul sentiero, si arriva al Rifugio Venezia al Pelmo (1.946 metri), una storica costruzione situata in una posizione panoramica straordinaria, proprio ai piedi del Pelmo. Qui, è possibile fare una sosta per ammirare il paesaggio e ricaricare le energie. Dal rifugio Venezia, il sentiero si inerpica verso la Forcella di Val d'Arcia, un passaggio chiave dell'itinerario.


Giro del Pelmo, il Rifugio Venezia
Giro del Pelmo, il Rifugio Venezia

Il tratto che porta alla Forcella di Val d'Arcia (2.476 metri) è sicuramente il più impegnativo dell'intero giro. Il sentiero si fa più ripido e roccioso, richiedendo attenzione e passo sicuro, specialmente in presenza di nevaio o terreno scivoloso. Tuttavia, l'ascesa è ampiamente ripagata dalla vista mozzafiato che si gode dalla forcella: una distesa di cime dolomitiche che si stagliano all'orizzonte, con il Pelmo che troneggia alle spalle, mentre davanti si apre la vista verso la Val di Zoldo e la Val Boite. La discesa dalla Forcella di Val d'Arcia è altrettanto impegnativa, con tratti di ghiaione e passaggi esposti che richiedono cautela. È consigliabile affrontare questa parte del percorso con bastoncini da trekking, che possono fornire un supporto aggiuntivo per mantenere l'equilibrio.


Verso la forcella Val d'Arcia
Verso la forcella Val d'Arcia

Superata la forcella, il sentiero scende verso il Vant del Pelmo, una conca alpina di straordinaria bellezza, caratterizzata da una prima parte ghiaiosa e rocciosa e poi da prati verdissimi punteggiati da rocce e massi erratici. Questa zona, selvaggia e isolata, offre un'immersione completa nella natura dolomitica, lontano dai rumori della civiltà. Qui è facile incontrare marmotte e, con un po' di fortuna, avvistare qualche camoscio. Il Vant del Pelmo è un luogo che invita alla contemplazione, dove il tempo sembra essersi fermato. Il silenzio è rotto solo dal suono del vento e dal rumore dei ruscelli che scorrono tra le rocce. La seconda parte del percorso è relativamente pianeggiante e permette di riprendere fiato dopo la discesa impegnativa dalla forcella.


Giro del Pelmo, la discesa dalla forcella
Giro del Pelmo, la discesa dalla forcella

Da questo versante del Pelmo lo sguardo spazia dai verdi pianori sottostanti dove è possibile scorgere il Rifugio Città di Fiume fino alle vette più lontane della Marmolada, del Gruppo del Sella e ancora più in lontananza la sagoma del Sassopiatto. Proseguendo la discesa dopo diverse ore di cammino, noi ne abbiamo impiegate più di 7, si ritorna finalmente al Rifugio Staulanza, completando così interamente tutto l'anello. Credo che per chi desidera esplorare le Dolomiti in tutta la loro bellezza, il giro del Monte Pelmo rappresenta un'opportunità unica per vivere un'esperienza di montagna autentica, lontano dai percorsi più battuti. La maestosità del Pelmo, con le sue pareti verticali e le sue vette frastagliate, lascia un'impressione indelebile nel cuore di chi ha la fortuna di percorrere i suoi sentieri. Concludendo questa avventura, ci si rende conto di aver vissuto qualcosa di più di una semplice escursione, si è fatto parte di una storia millenaria, scritta tra le rocce e i cieli delle Dolomiti.


Giro del Pelmo, la discesa dalla forcella
Giro del Pelmo, la discesa dalla forcella

Il mio consiglio di soggiorno in Val di Zoldo: La località che potete scegliere come base di partenza per questo itinerario è Pecol, nell'alta val di Zoldo in modo da essere vicini al punto di partenza del Passo Staulanza. Qui troverete un borgo ancora poco affollato che ricorda i classici paesi di montagna, tanti appartamenti e residence e qualche Hotel per chi desidera la comodità.

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Ho coinvolto in questa mia passione mia moglie Elena e mio figlio Alberto; insieme abbiamo vissuto numerose esperienze, avventure e momenti felici che ci hanno arricchito notevolmente come persone e come conoscenze. 

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