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Madrid

  • Immagine del redattore: Fabio
    Fabio
  • 4 apr 2022
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 4 apr 2022

La città degli Asburgo e dei Borbone.


Avete mai visto un orso che vi fa ciao ciao con la mano? Noi allo zoo di Madrid si...

il racconto...

Arriviamo a Puerta del Sol, nel centro della città, alle dieci del mattino e decidiamo subito di inoltrarci all’interno del Barrio de Los Austrias, cioè degli Asburgo. Ci appare subito stranissimo trovarsi in una città spagnola e respirare un’atmosfera tipicamente austriaca, ma questa è la caratteristica principale del Vejo Madrid: l’alta concentrazione di edifici e monumenti dal sapore asburgico!!! Occorre sapere, infatti, che l’antica Magrit ebbe il suo massimo sviluppo proprio sotto il governo di Filippo II di Asburgo e dei suoi successori; furono principalmente loro, insieme con i Borbone, a conferire l’attuale immagine della città.

Partiti, dunque, da Puerta del Sol, dove abbiamo scattato un paio di foto alla statua dell’orso (simbolo della città) e alla targa del km 0 (ovvero il punto da cui si calcolano le distanze stradali del paese), ci siamo diretti al Palacio Real, senza trascurare angoli e monumenti più o meno nascosti quali Plaza Mayor, il Monasterio delle Descalzas, Plaza San Miguel, Plaza de la Villa, l’Iglesia di San Gines…fino a raggiungere Plaza de Oriente, proprio di fronte al magnifico Palacio.

Qui ci siamo riposati in uno dei tanti locali affacciati sulla piazza e poi ci siamo avviati all’interno della residenza reale, che è stata abitata dai reali spagnoli fino al 1931 ed ora è utilizzata solo per manifestazioni ed eventi ufficiali. Ecco perché gli orari d’ingresso possono modificare! Gli interni sono veramente stupefacenti, ricchi e opulenti; si parte dall'Escalera principal per arrivare alla sala del comedor de gala, impiegato per i banchetti ufficiali, passando attraverso il Salon de columnas, il Salon del trono e il Salon de Gasparini. Tutte queste stanze sono adornate in maniera sopraffina e mostrano notevoli opere d’arte che lasciano senza fiato. Rientrando verso l’albergo, siamo passati a visitare la Catedral de Nuestra Senora de la Almudena, San Francisco el Grande e la Plaza de los Carros, con la chiesetta seicentesca di San Andrès e il museo de los Origines, costituito all’interno dell’antico palazzo conosciuto come casa di San Isidro, protettore di Madrid.

Il secondo giorno abbiamo deciso di trascorrerlo in maniera più tranquilla: visitare il museo del Prado, selezionando alcune sale, dopo una breve pausa alla stazione di Atocha e al parco del Buen Retiro. Così, di buon mattino, dopo una lauta colazione, ci siamo incamminati verso le nostre destinazioni. A questo punto, mi sembra obbligato aprire una piccola parentesi, per dire che è sorprendente sperimentare come la città cambia nel corso della giornata: alla mattina (erano le 9.30) è silenziosa, dormiente, direi, popolata solo dai netturbini, intenti nelle loro attività, e da pochi turisti, alla sera è gremita di persone di ogni genere , rumorosa e piena di vita…..tutto un’altra cosa!! La stazione di Atocha, la nostra prima tappa, è stata edificata alla fine del XIX sec. Con la collaborazione di Gustave Eiffel e contiene ben 500 specie botaniche diverse, merita una visita, così come il monumento 11-M, innalzato dopo l’attentato terroristico del 11 marzo 2004, per commemorare le 192 vittime.

Dalla stazione, lungo Paseo del Prado, ci siamo diretti al Museo omonimo, che però non abbiamo visitato ( occorreva aspettare parecchio tempo a causa dell’affluenza di turisti), e poi al parco, facendo una breve sosta al Monasterio de los Jeronimos. Il parco del Buen retiro, inaugurato dalla regina Isabella II, è un’ampia distesa ( ben 143 ettari) con aiuole ordinate, prati fioriti, macchie selvagge e due romantici laghetti, uno dei quali percorribile con delle graziose barchette a remi. Oltre a questo, lungo il parco, abbiamo incontrato numerose statue, il Palacio de Cristal, antica serra in ferro e vetro, Palacio Velazquez, del 1883, e il grandioso monumento al re Alfonso XII. Dopo aver trascorso qualche ora passeggiando nel parco e riposando in uno dei tanti chioschi, siamo rientrati in albergo, passando per Plaza De Cibeles, dove si radunano i tifosi del Real Madrid ogni volta che la loro squadra vince e sulla quale si affacciano quattro importanti palazzi: Palazzo Cibeles, con la sua cupola di cristallo, Casa de America, Palacio de Buenavista e il Banco de Espana.

Il terzo giorno lo abbiamo dedicato alla scoperta di un piccolo gioiello di Madrid e di un inaspettato monumento: rispettivamente la chiesa di Sant’Antonio de la Florida e il tempio di Debod. La prima è una chiesetta, apparentemente poco interessante in una zona non molto turistica, chenasconde la tomba del Goya e alcune sue opere ; il secondo, posto in un luogo molto panoramico, è un tempio egiziano, donato dall’Egitto alla Spagna nel 1968, come ringraziamento per aver contribuito alla messa in salvo dei monumenti nubiani minacciati dalla costruzione della diga di Assuan. Scendendo poi in Plaza de Espana, dove abbiamo fotografato il monumento a Cervantes e osservato l’edificio de Espana, del 1948, e la Torre de Madrid, il primo “grattacielo” della città costruita nel 1957 ( ben 142 metri di altezza!), abbiamo imboccato la Gran via per rientrare al nostro albergo.

La Gran via è un altro dei simboli di Madrid; è una importante arteria, aperta là dove c’erano numeosi edifici ( ben 300!!) e viuzze ( 30 vie!!), per collegare due grandi piazze: Piazza de Alcalà e Piazza de Espana. Lungo la via si affacciano i palazzi che costituiscono lo skyline di Madrid quali il palazzo della Fundacion telefonica, il palacio de la Prensa e l’edificio Carrion….percorrendola si percepisce un fervore un po’ newyorkese, brulicante di attività a tutte le ore.

L’ultimo giorno lo abbiamo trascorso allo zoo, che si trova all’interno della Casa del Campo, l’antico possedimento reale, tenuto in parte a giardino e in parte a bosco con i suoi 1747 ettari costituisce il polmone della città. Allo zoo ci si arriva facilmente con la metropolitana ed è veramente grande, tanto che noi non siamo riusciti a visitarlo tutto perché dovevamo imbarcarci per tornare in Italia. Siamo riusciti, comunque, a gustarne buona parte e soprattutto abbiamo visto il panda gigante, uno dei cinque che vivono in Europa.

E come vedete nella foto sotto l'Orso ci ha fatto ciao ciao con la mano!

Sono stati giorno intensissimi, durante i quali abbiamo cercato di cogliere il più possibile delle innumerevoli opportunità che questa inaspettata città può offrire: è un’esperienza da ripetere anche solo per respirare ancora la vitalità delle sue vie brulicanti di gente!

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Ho coinvolto in questa mia passione mia moglie Elena e mio figlio Alberto; insieme abbiamo vissuto numerose esperienze, avventure e momenti felici che ci hanno arricchito notevolmente come persone e come conoscenze. 

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