Maranzana, il paese dei babaci: un borgo tra storia, pupazzi e poesia rurale
- Fabio

- 1 ago
- Tempo di lettura: 4 min
Tra le morbide colline del Monferrato, in provincia di Asti, c'è un piccolo paese che ha saputo trasformare la sua memoria contadina in una forma d’arte a cielo aperto: si tratta di Maranzana, noto anche come il paese dei babaci. Un luogo sospeso nel tempo, dove le strade sembrano raccontare storie e ogni angolo è abitato da figure silenziose che parlano di passato, tradizioni e identità.

Un borgo tra le colline
Maranzana conta poco più di 300 abitanti ed è uno dei tanti borghi piemontesi che hanno rischiato l’oblio. Adagiato tra vigneti e paesaggi patrimonio dell’UNESCO, il paese conserva l’aspetto semplice e autentico delle terre di confine tra Langhe e Monferrato. Qui il tempo sembra scorrere più lentamente, scandito dai ritmi agricoli e dalle chiacchiere tra vicini. Non a caso nella pausa pranzo che abbiamo fatto nell'unico locale del paese, nel tavolo a fianco al nostro quattro contadini si stavano riposando sorseggiando un buon bicchiere di vino raccontandosi i lavori passati e quelli dei giorni futuri.

Ma c'è qualcosa che rende Maranzana davvero unico: sono i babaci, pupazzi a grandezza naturale che animano il paese e accompagnano il visitatore in un viaggio tra memoria e fantasia.
Chi sono i babaci?
La parola “babaci” nel dialetto piemontese significa bambolotti, pupazzi, fantocci. A Maranzana, però, i babaci non sono semplici decorazioni, ma vere e proprie installazioni artigianali che rappresentano la vita quotidiana del borgo com’era un tempo. Li si incontra ovunque: seduti su una panchina a chiacchierare, affacciati al balcone, mentre mungono una mucca, vendemmiano, lavorano a maglia o riparano biciclette.
Ognuno ha una storia da raccontare, un ruolo preciso nel ricreare l’anima del paese. I vestiti sono autentici, donati dagli abitanti, e ogni pupazzo è realizzato con materiali semplici come stoffa, paglia e filo di ferro. Il risultato è sorprendente: un museo a cielo aperto, poetico e malinconico, che restituisce voce a un passato contadino ormai lontano.

Da dove nasce l’idea?
L’idea dei babaci nasce nei primi anni Duemila grazie a un piccolo gruppo di volontari, tra cui spiccano le donne dell’associazione locale, desiderose di contrastare lo spopolamento e la perdita della memoria collettiva. In un borgo dove le case vuote aumentavano e i giovani partivano, i babaci sono diventati un modo per tenere viva la comunità, riportare l’attenzione sul territorio e trasformare Maranzana in un luogo di interesse turistico e culturale.
Il progetto ha avuto così tanto successo che oggi i babaci sono circa un centinaio, e ogni anno se ne aggiungono di nuovi. Alcuni rappresentano mestieri scomparsi, altri rievocano scene di vita familiare, altri ancora sono omaggi a personaggi locali.
Esiste un vero e proprio percorso da seguire per scoprirli tutti che troverete indicato in una mappa all'inizio del paese.

Cosa vedere a Maranzana, paese dei babaci
Oltre alla passeggiata tra i babaci – che è già di per sé un’esperienza originale e affascinante – il borgo offre altri spunti interessanti per chi ama l’Italia minore, quella fatta di dettagli e storie da scoprire.
La casa natale di Giandomenico Cerruti: Maranzana ha dato i natali a questo importante zoologo e naturalista che collaborò con Charles Darwin. Una figura poco nota al grande pubblico, ma celebrata con affetto dagli abitanti. A lui è dedicata anche una piccola esposizione.
La Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista, in posizione panoramica, con vista sui vigneti circostanti.
La torre dell’orologio e i muri in pietra del centro storico, che restituiscono l’atmosfera dei borghi monferrini di una volta.
Le cantine e le aziende vinicole locali, dove si può degustare il celebre Moscato d’Asti, prodotto proprio in queste terre.

Un borgo che racconta
Visitare Maranzana significa immergersi in un racconto corale fatto di pupazzi, silenzi e ricordi. È come se il borgo avesse deciso di non rassegnarsi al declino, ma di reinventarsi attraverso l’arte popolare, l’ironia e l’affetto per le proprie radici. I babaci sono statici, ma narrano la vita. Non parlano, ma comunicano. Non si muovono, ma custodiscono storie.
In un mondo che corre veloce, Maranzana invita a rallentare e ad ascoltare le voci di un tempo. Perfetto per una gita fuori porta in famiglia, per chi ama la fotografia o per chi cerca luoghi insoliti e genuini da raccontare.

Dopo aver visitato il borgo di Maranzana potete approfittare della vicinanza per scoprire due Big Bench immerse in un bellissimo paesaggio collinare nel mezzo dei vigneti: si tratta della Big Bench di Maranzana la numero 288 e della Big Bench di Ricaldone la numero 104.
Si possono raggiungere molto facilmente dal borgo di Maranzana tramite una strada sterrata che si può percorrere sia a piedi che in auto; entrambe godono di una magnifica vista sulle Alpi, dal Monviso fino al Monte Rosa.


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