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Portovenere e le Cinque Terre

  • Immagine del redattore: Fabio
    Fabio
  • 8 ott 2021
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 8 ott 2021

Qualche giorno sulla punta più orientale della Liguria.



Dalle Cinque Terre al bellissimo golfo di La Spezia, che si chiude ad ovest con lo splendido promontorio di Porto Venere, luoghi di cui si innamorarono Goethe, Percy Bysshe Shelley, Montale e Lord Byron.

Il racconto


Là fuoriesce il tritone/dai flutti che lambiscono/le soglie d’un cristiano /tempio, ed ogni ora prossima/è antica. Ogni dubbiezza/ si conduce per mano/come una fanciulla amica.”


Il golfo di La Spezia è così richiamato dai versi di Eugenio Montale, che tanto l’amava, nella poesia “PORTOVENERE”.

A Portovenere approdavano le navi dirette in pellegrinaggio a Roma e a Santiago di Compostela e proprio da una di queste galee arrivò una trave in cedro del Libano, risalente al 1204, concavo al cui interno si trovarono diversi tesori e reliquie provenienti dalla Palestina o da Costantinopoli. Si pensa che questo tronco, oggi esposto nella chiesa di San Lorenzo, fosse stato gettato a mare per salvarlo da un attacco dei pirati e che fosse stato trasportato a riva dalle correnti. La collegiata di San Lorenzo fu consacrata nel 1130 da Innocenzo II e custodisce un’antica pergamena raffigurante una Madonna, la pergamena della Madonna Bianca, oggetto di un miracolo avvenuto nel 1399 e per questo ancora oggetto di particolare devozione ogni 17 agosto.

Dal piazzale della chiesa si sale al Castello dal quale si gode di una piacevole vista sul borgo e i suoi vicoli, sull’isola di Palmaria e sulla chiesa di San Pietro, situata proprio sulla punta del promontorio. Dalla terrazza alla base delle mura della fortezza risuonano ancora le parole di Montale

Là non è chi si guardi/ O stia di sé in ascolto. / Quivi sei alle origini/ e decidere è stolto:/ripartirai più tardi/per assumere un volto”.

Parole che ben rispecchiano il sentore di chi, affacciandosi sui parapetti, contempla il panorama circostante e in particolar modo la chiesa di San Pietro del 1277, autentico gioiello, frutto dell’unione di più edifici costruiti in epoche diverse e in stili differenti.

Alla base della scalinata che conduce alla chiesa di San Pietro, si può scorgere la famosa grotta di Byron; la grotta da cui il noto poeta partì a nuoto, forse per far visita all’amico Shelley, per giungere fino a Lerici. Dalla chiesa invece, guardando verso ovest, attraverso le colonne del suo porticato, si scorge lo scoglio difronte al quale si trova l’antico borgo di Monesteroli, con le sue case-cantine arroccate sulla costa. L’origine del nome “Monesteroli”, secondo una suggestiva ipotesi dello storico U. Formentini, sarebbe legata al viaggiatore greco Menestheus che sbarcò su quelle coste con un piccolo gruppo di Achei.

Questo paese è raggiungibile solo a piedi e solo cimentandosi nello spettacolare sentiero dei “1100 scalini”, noto anche come “la grande scala”, monumento alla fatica nel territorio di Tramonti. Il percorso è talmente ripido in alcuni tratti da far perdere l’equilibrio e togliere ogni certezza, ma alla fine ripaga abbondantemente con scorci splendidi attraverso i vigneti ed il bosco. Noi ci siamo arrivati partendo dalla chiesetta di San Antonio, nascosta tra la frescura degli alberi a poca distanza dal colle del Telegrafo, ma ci si può arrivare anche da Campiglia o da Tramonti risparmiando diversi metri di dislivello di fatica.

Provenendo dalla chiesetta di San Antonio, ci si imbatte in due “curiosità”: un sasso, conosciuto come il Menhir del diavolo, considerato da alcuni studiosi come opera di antiche popolazioni liguri che lo eressero con funzioni sacre che nasconde i resti della “posa” , il luogo in cui i contadini si liberavano del carico portato in spalla e prendevano fiato; e un vecchio ricovero, scavato nel monte e completato da grosse pietre.

Noi abbiamo soggiornato nell’albergo diffuso “Borgo di Codeglia green Holidays”, sulle colline antistanti la costa, in mezzo ad un bosco dirompente, esattamente a metà strada sull’alta via delle 5 terre; una base perfetta per chi ama passeggiare e vuole godersi delle vacanze (ma anche solo qualche giorno) lente, in mezzo alla natura, fuori dal mondo…

Questo ci ha permesso di fare una breve visita anche a Riomaggiore, il borgo più meridionale delle Cinque Terre caratterizzato come le altre località da tipiche case dai colori sgargianti e strette viuzze. Per comodità l'abbiamo raggiunto in auto tramite la strada litoranea che segue tutta la costa e poi discende ripida fino al mare parcheggiando in cima al paese nel parking pubblico. Un consiglio: se volete visitare questi luoghi in tranquillità utilizzate il treno, è più veloce ed economico, il costo dei parcheggi è assolutamente fuori da ogni logica.


un suggerimento per il soggiorno:

Riccò del Golfo, Borgo di Codeglia: https://borgocodegliaresort.eatbu.com/?lang=it


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Sono Fabio ed amo viaggiare!

Ho coinvolto in questa mia passione mia moglie Elena e mio figlio Alberto; insieme abbiamo vissuto numerose esperienze, avventure e momenti felici che ci hanno arricchito notevolmente come persone e come conoscenze. 

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